martedì, gennaio 12, 2016

L'Italia è il paese dei mille campanili in lotta da secoli

1°Modena-Bologna
Per 99 anni - dice la tradizione - le due città si scontrarono con alterne vicende, fino alla cruenta notte del 15 novembre 1325, quando a Zappolino (Bo) i bolognesi furono sconfitti dai modenesi di Rinaldo d'Este e Passerino Bonacolsi. I vinti furono inseguiti fin dentro la città e i vincitori, dopo essersi fermati a bere al pozzo di Porta San Felice, si impadronirono del secchio di legno messo lì per tirar su l'acqua e lo portarono a Modena come trofeo. Una copia della cosiddetta (al femminile, come si usava allora) secchia - l'originale è custodito in municipio - si trova ancora nella Ghirlandina, la torre campanaria del duomo modenese.

2°Santa Margherita-Rapallo
Il 4 luglio 1549 il pirata turco Dragut attaccò la costa ligure. Mentre i Saraceni distruggevano Rapallo, gli echi della battaglia raggiunsero Santa Margherita e gli abitanti fecero in tempo ad armarsi, sfuggendo alla sorte dei vicini. Il podestà di Rapallo chiese allora al doge di Genova il permesso di costruire un castello fortificato sulla costa, per evitare altri simili episodi, ma suggerì che la costruzione fosse pagata dagli abitanti di Santa Margherita. "Dall'attacco turco non hanno subito danni e poi si dice che sia stato uno dei loro, un certo Maranola, a guidare l'assalto nemico", spiegò.
Protesta. I sammargheritesi si riversarono in piazza, pronti a finire il lavoro iniziato da Dragut. L'avrebbero fatto se non fosse intervenuto il doge, che costrinse i contendenti a costruire a proprie spese i due castelli che si ergono una sulla passeggiata di Rapallo e l'altra nel golfo del vicino comune.

3°Pisa-Livorno
Non c'è vicinanza che tenga se due città non si sopportano. Lo dimostrano due rivali come Pisa e Livorno. Tra loro corrono una ventina di chilometri, ma mai distanza potrebbe essere più grande.
Le radici di questa antipatia risalgono all'agosto del 1284, quando la flotta pisana venne sconfitta da quella genovese tra gli scogli della Meloria, al largo di Livorno. Fu l'inizio della decadenza della repubblica marinara (sancita poi dall'interramento del porto). In capo a un secolo da piccolo scalo, Livorno diventò il principale approdo toscano.

4°Sassari-Cagliari
La lotta per il primato cominciò nel tardo medioevo: Sassari e Cagliari erano rispettivamente le capitali del Capo di sopra e del Capo di sotto, le regioni amministrative create dai sovrani aragonesi durante la loro dominazione. Sassari fu costretta a rinunciare a ogni velleità quando nel 1582 un'epidemia di peste decimò la popolazione.

5°Crema-Cremona
La divisione tra guelfi e ghibellini è la madre di tutti i campanilismi. Alleandosi con i ghibellini cremonesi nel 1158, Barbarossa mise zizzania tra Crema e Cremona. Il cronachista Acerbo Morena narra che l'imperatore durante l'assedio di Crema fece legare alcuni ostaggi sulle macchine da guerra, convinto che "i nemici non tireranno addosso ai loro padri e fratelli". Sbagliò: i cremaschi non si fermarono, ma la città cadde comunque il 25 gennaio 1160.

6°Brescia-Bergamo
Nel 1156 Brescia fece morti e prigionieri tra le truppe bergamasche per il possesso dei castelli di Volpino, Ceretello, Qualino.
Qualche anno più tardi però toccò a loro alzare bandiera bianca, dopo l'attacco dell'imperatore Federico Barbarossa, in alcune occasioni alleato con bergamo contro la ribelle Milano. Anche in seguito le due città nemiche non persero occasione per scontrarsi finchè nel 1192, il successore, Enrico VI, pose fine al braccio di ferro assegnando i possedimenti contesi.

7°Lecce-Brindisi
La secolare disputa tra Lecce e Brindisi cominciò dopo l'epidemia di peste che nel 1656 colpi il Regno di Napoli. In migliaia morirono ma in mezzo a quell'orrore la terra d'Otranto (le attuali province di Lecce, Brindisi, Taranto) si salvò. Merito di Sant'Oronzo dissero i Leccesi, che lo proclamarono patrono e gli eressero un monumento.
In un attimo di esaltazione religiosa il nobile sindico di Brindisi pensò di donare ai vicini una delle due colonne romane poste al fronte al porto perchè la usassero come basamento per la statua. Non si preoccupò dei mugugni dei concittadini, ma i suoi successori sì: ci vollero due anni e un ordine del vicerè perchè la colonna giungesse a Lecce.

8°Catanzaro-Reggio Calabria
Non si sono limitati alle parole i reggini, che nel 1970/71 protestarono a suon di barricate contro la decisione di fare di Catanzaro il capoluogo della neonata regione calabria. Fin dall'epoca medioevale Reggio era stata capoluogo a fasi alterne della cosiddetta calabria ulteriore, la parte più a sud del territorio. Nel 1816 quella zona fu divisa in due province, una con capoluogo reggio, l'altra con capoluogo Catanzaro.